Leggi la nostra storia. Scopri i Fantasmi. 


La storia del Fantasma

Marta era una giovane studentessa del liceo artistico Foiso Fois. Amava quella scuola e aveva lottato a lungo per convincere i genitori a mandarla nell'unico istituto che poteva soddisfare la sua sete d'arte. Di quell'antica struttura le piaceva particolarmente la posizione: era situata infatti nella parte più storica della città. Li vicino c'era un belvedere che dava su tutta la città, sul porto e sul mare aperto. Era iniziato così il suo ultimo anno all'Artistico: il profumo del mare, il rumore dei motorini che correvano tra i vicoli del centro storico e i variopinti abiti dei passanti.

Un banale incidente appena aver messo piede fuori l'istituto però, spezzò la breve vita della studentessa. Un'istante e tutto finì. Marta rimase intrappolata li, in quel liceo che aveva tanto desiderato e che divenne la sua tomba. La sua anima vagò anni e anni tra le mura di un scuola che andava a morire con lei, crepa dopo crepa, mattone dopo mattone. Lei e l'Artistico erano una cosa sola ormai, arte che si mescolava ad altra arte, spirito che si mescolava tra le pietre. Quando si abituò a quel destino ingiusto che le fu imposto con forza si ritrovò fuori, mandata via da quella che sentiva come la sua casa. Gettata tra i vicoli di una città che sembrava non apprezzare l'arte.

Ci fu una seconda casa, un altra struttura. Ma neanche quella durò. E ora, a distanza di 50 anni, si ritrova nuovamente in strada, nell'indifferenza di tutti. Nessuna sa che esiste. E' invisibile. E' solo un fantasma. Come si può ignorare in questo modo l'arte? Come si può essere indifferenti nei confronti di un qualcosa che unisce, che suscita in noi un sentimento, un ricordo o una sensazione? Tutto è arte. Tutto ciò che ci circonda è una rappresentazione semplice o complessa di essa. Ignorarla è come ignorare secoli e secoli di capolavori, di sacrifici, di studi e di passioni. Ignorarla significa uccidere i futuri artisti e se l'arte muore, cosa ci resta?

Marta era tormentata da un turbinio di domande e paure: Dove andrà ora? Dove potrà vivere la sua eternità? Rivedrà mai quel belvedere che tanto amava? L'unica cosa che sapeva con certezza era che chi faceva arte doveva stare in mezzo all'arte.

- Testo di Usai Giulia


Il significato

Con questa breve storia ho cercato di rappresentare la realtà che il mio Liceo sta vivendo ormai da più di un mese ( Clicca qui per avere più informazioni ). Alle porte del nuovo anno scolastico noi studenti ci siamo trovati "sfrattati" da una delle sedi finendo col avere un numero considerevole di iscritti e un numero di aule piuttosto limitato. Nonostante ci sia ora un'altra sede disponibile ( e di sostituzione ) noi ci siamo sentiti - e ci sentiamo tutt'ora - ignorati e sminuiti, come se quello che facciamo e quello che studiamo fosse "robetta" da niente, qualcosa che si può fare ovunque, anche in periferia. Trovo che avere un tetto sopra la testa e degli insegnanti motivati sia già un bel regalo ma quello che chiediamo noi è solo la possibilità di rimanere dove la nostra scuola è nata, avere un posto fisso che possa ospitarci tutti, un luogo che possiamo sentire come una seconda casa e dove possiamo far crescere i nostri talenti e le nostre passioni.

Il mio fantasma rappresenta noi studenti: Artisti in erba che amano l'arte e vogliono vivere a contatto con essa. La storia che ho creato ruota attorno ad un argomento preciso, ovvero come l'arte stia passando sempre di più in secondo piano come se non contasse nulla. Mi rattrista pensare come si possa ignorare con tale menefreghismo e cinismo qualcosa che fa parte di noi, delle nostre tradizioni e della nostra storia. 

C'è un altro dettaglio che trovo fondamentale sottolineare ed è "se l'arte muore, cosa ci resta?". Quello che non capisco infatti è l'incoerenza che caratterizza molti: Da una parte si cerca di salvare l'arte ma dall'altra la si distrugge. Da una parte si cerca di salvaguardare opere di inestimabile valore ma dall'altra si priva la crescita di futuri artisti. Sono dell'idea che finché non si supera questo ostacolo e questo conflitto di idee, non si andrà granché avanti. Bisogna capire che anche l'arte serve nella nostra quotidianità e nella storia che viviamo e che vivranno le future generazioni. Non si può isolare un qualcosa che può solo far del bene, che può solo dar pregio e valore ad un paese già ricco di suo.

 

Ma chi è Marta? Marta è uno dei FantasmaLac. Quest'ultimi sono delle figure simboliche che ci rappresentano e che spiegano a chi vuole ascoltare ( e vedere ) qual'è la nostra situazione.

- Testo e immagini di Usai Giulia

"Le referenti del Progetto: Beatrice Artizzu, docente di Architettura - Ambiente e Design e Isabella Mei, docente di Arti Figurative, hanno coinvolto le proprie classi, visti i tempi molto ridotti e le innumerevoli problematiche di questo periodo, oltre alla 5I Design, parteciperanno gli studenti che hanno aderito: 3I di Design, le classi di Arti Figurative 3D e 3E con il laboratorio per l'alternanza scuola lavoro A.S. 2015/16 "I VIAGGIANTI" del regista Senio G. B. Dattena con docenti Isabella Mei e Marianna Grosso che hanno realizzato le valigie utilizzate per il Flash Mob e la classe 4D di Arti figurative. Partecipano inoltre la classe 2M dell'indirizzo Musicale, coro, ed Emanuele Casu della classe 3L, tromba, diretti dalla Prof.ssa Bernardetta Manis."



Come si possono attivare questi fantasmi? I fantasmi appaiono a noi con l'utilizzo delle realtà aumentata, tramite l'applicazione gratuita Aurasma

Aurasma - Cos'è e come usarla

Aurasma  è  un’ applicazione che permette di accedere, tramite la fotocamera, ad una serie di video, suoni, immagini e modelli 3D  in realtà aumentata ( La realtà aumentata è una vista arricchita che ci permette di guardare cose di ogni giorno che prendono vita con grafica, animazione, video, audio e contenuti 3D ). Grazie a quest'app futuristica, precursore di tecnologie più ricche e complesse, abbiamo dato vita ai nostri fantasmi. 

L’applicazione Aurasma è scaricabile gratuitamente dall' AppleStore o da GooglePlay. A quel punto  basterà iscriverti, e seguire il canale  

"FantasmiLAC" . Per maggiori informazioni scarica le istruzioni per Aurasma e i pdf dedicati ai FantasmiLac qua sotto!


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I FantasmiLAC in occasione dell'inaugurazione del Primo Monumento digitale in Italia a Cagliari

"Ogni monumento di pietra ha una prima pietra. Un monumento digitale ha tante prime pietre quante sono le persone che appartengono alla comunità che lo ritiene importante. Alcune pietre saranno mantenute vive per sempre da queste persone e dai loro discendenti. Altre si perderanno dopo anni o decenni. Una si perderà subito: quella dei ragazzi del Foiso Fois. L'hanno posata con entusiasmo, passione e bravura. Ma la loro comunità sarà deportata dai luoghi nei quali stava fiorendo. Quella pietra diventerà presto muta. Che peccato.

Non prima di aver lasciato un regalo di addio: i propri fantasmi digitali in realtà aumentata che, evocati con uno smartphone, raccontino cosa avrebbero potuto regalare alla terra che amano, se solo fosse stato loro consentito di realizzare il proprio potenziale. Un piccolo esempio di quel mondo di nuove professioni all'intersezione tra arti liberali e tecnologie digitali che rappresentano il futuro di tanti giovani. Ma non a Cagliari."

Paolo Russo

Segretario Generale degli Stati Generali dell'innovazione - Crowddreaming Academy

 

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"Perché proprio un monumento digitale?

 

Un monumento – che sia fatto di bit o di pietra – viene creato da una comunità per trasmettere alla generazioni successive un messaggio che ritiene vitale, sottolineandone il valore attraverso una imponenza e qualità artistica tale da emozionare chi lo veda e imprimersi indelebilmente nella sua memoria. Messaggio più emozione. Come ogni grande storia.

La peculiarità di un monumento digitale sta nel non essere un oggetto fatto per sfidare le ingiurie del tempo, ma un processo ricorsivo, ideato per reiterarsi a ogni generazione adattandosi al contesto nella sua forma, ma mantenendo il più possibile inalterati nel tempo il proprio messaggio e la propria capacità di emozionare.

Coinvolgere i ragazzi in questo processo permette loro di:

riconoscersi come individui in una comunità contribuendo alla creazione di un messaggio comune e condiviso da tramandare;

sviluppare competenze e abilità digitali e sociali, ma anche imprenditoriali per dare forma monumentale al messaggio in maniera che impressioni e sia ritrasmesso;

capire che ciascuno di loro nel suo piccolo ha la opportunità, ma anche e soprattutto la responsabilità di contribuire a far accadere qualcosa di grande. Michelangelo non ha dipinto la Cappella Sistina da solo. Se gli affreschi sono ancora a disposizione di tutti per essere ammirati dopo 500 anni, il merito è anche dei bravi ignoti artigiani che hanno steso magistralmente l’intonaco sul quale Michelangelo ha dipinto. Operazione che egli non avrebbe saputo compiere altrettanto bene."


Grazie a Marta Deias per il materiale informativo fornito. Andate a trovarla sul suo sito Design The Sign.

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 * alcune delle foto